IL CASO. Sulla vettura 2037 (linea 107) sedili ridotti all'osso e pericolosi, obliteratrice fuori uso.
L'importante era aumentare il biglietto del bus Amat di dieci centesimi portandolo da 1,30 a 1,40 euro. Se poi i mezzi sono obsoleti o le frequenze sono sempre più a passo di lumaca, non ci fa nulla.
Era fondamentale, in tempo di profonda spending review di appesantire ancora con altri aumenti i cittadini, senza però, al contrario, offrire servizi efficienti e migliori.
Non è la prima volta e nemmeno l'ultima che da queste colonne abbiamo più volte denunciato le inefficienze del servizio pubblico che, ancora, malgrado le promesse dell'azienda per rendere il servizio più funzionale, presenza aspetti di inefficienza.
Bus lentissimi, attese estenuanti alle fermate soprattutto nelle estreme periferie, vetture sporche e arredi che pur se vandalizzati non vengono riparati o rimessi a nuovo.
Ultima perla e non è la sola è quella della vettura 2037 che ieri era utilizzata dalla linea 107 dalla Stazione Centrale allo Stadio e viceversa.
Il cronista sale a bordo alle 12,41 in piazza Alcide De Gasperi e il primo impatto negativo è con la macchinetta obliteratrice fuori servizio.
Non è finita. Il mezzo è sporco e soprattutto a parte qualche sedile, gli altri sono sprovvisti di copertura e di spalliera. Insomma due sono le cose: o con il tempo si sono rotte e non ci crediamo o, altrimenti sono stati vandalizzati e l'azienda non ha provveduto a sostituirne con nuovi.
A parte la scomodità si rischia seriamente di rovinare gli abiti, cosa che puntualmente è accaduta ad una signora che al momento di scendere alla fermata di via Marchese di Villabianca ha dovuto lasciare un pezzetto della sua gonna attaccato alle insenature.
«Non è possibile - ha detto imprecando contro l'Amat - hanno preteso l'aumento del biglietto (la signora è abbonata, ndr) e di contro ci presentano autobus in queste condizioni. Ed ora a me chi me la paga la gonna?».
Altro discorso l'obliteratrice posteriore che era fuori servizio, mentre quella anteriormente a pochi centimetri dal conducente funzionante a corrente alternata.
«Poi se passa il controllore succede il finimondo - sottolinea un anziano -. Il bello che ancora oggi se parli con l'autista e gli dici che non funziona, candidamente risponde: "Non si preoccupi segni a penna sul biglietto ora e giorno e non ci sono problemi". Non ci siamo. Ci chiedono di pagare l'aumento e poi ci offrono questi servizi? Siamo una città da quarto mondo...».
Antonio Fiasconaro - La Sicilia - Domenica 02 Febbraio 2014 Prima Palermo Pagina 29