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Della Valle e il ministro Lupi: ''Moretti? Se vuole, se ne vada''

Dure risposte all'amministratore delegato di Ferrovie che difende il suo stipendio.

Non si arrestano le polemiche sulla campagna lanciata dall'amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti, contro i tagli alle retribuzioni dei supermanager. E dopo le decise risposte di ieri da parte di politici e sindacalisti, oggi è la volta di un imprenditore come Della Valle, concorrente con Ntv delle Ferrovie e del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Entrambe le risposte sono sferzanti.

Della Valle: "Milioni di italiani sarebbero felici"

"Se Moretti avesse il coraggio e la dignità di andarsene, troverebbe milioni di Italiani pronti ad accompagnarlo a casa: sono tutti i viaggiatori costretti a viaggiare con tanti disagi sui treni delle ferrovie Italiane, costretti a subire ritardi ingiustificati, a viaggiare su treni vecchi, ad usare stazioni decrepite e poco sicure, senza nessun rispetto per la loro dignità. Spetta a loro, infatti, il diritto di giudicare come le Ferrovie dello Stato sono gestite": così afferma un concorrente di Moretti, il patron della Tod's e socio di Ntv Diego Della Valle (nella foto).

Per Della Valle "è ora di alzare il velo sulle Ferrovie dello Stato e su Moretti, per capire perché la politica è succube di questo signore".

Bisogna "fare chiarezza su tutti i rapporti che intercorrono fra le Ferrovie, Moretti e i politici che, tranne qualche rara eccezione, sono completamente appiattiti su di lui, permettendogli di fare tutto quello che vuole".

"Gente come Moretti deve essere mandata a casa"

Secondo il patron della Fiorentina "se vogliamo davvero cambiare l'Italia e riportare al centro dell'attenzione gli interessi ed i bisogni dei cittadini e non quelli delle vecchie corporazioni, gente come Moretti deve essere mandata a casa subito e con determinazione".
Infine - conclude Della Valle - "con chiarezza ed onestà, va fatto sapere ai cittadini quanto costa loro mantenere una società come le Ferrovie dello Stato e se è giusto pagare a Moretti lo stipendio che percepisce, a fronte dei servizi che fornisce a chi viaggia".

Il ministro Lupi: "Se vuole, lasci"

"Un tetto ci vuole, non c'è dubbio", avverte la leader della Cgil, Susanna Camusso, prendendo posizione nel dibattito sugli stipendi dei manager riacceso dal confronto a distanza tra l'ad delle Fs, Mauro Moretti, ed il premier Matteo Renzi (con l'amministratore delegato dlele Fs nella foto).

Per il governo al capo delle Ferrovie replica il responsabile dei Trasporti, Maurizio Lupi: "Se un manager ha voglia di andare via è libero di trovare sul mercato chi lo assume a uno stipendio maggiore".

Moretti è "un manager efficiente" - continua il ministro - ha "dimostrato di aver lavorato bene", ma "se il padrone, in questo caso lo Stato, decide che rispetto a quello stipendio bisogna dare un segnale anche nella direzione dei cittadini (perché circa 50 mila euro al mese non mi sembra che siano oggettivamente pochi), giustamente siamo in un mercato libero e credo che se Moretti ha altre offerte, se vuole andare alle Ferrovie tedesche, lo può fare tranquillamente"

La Camusso: "Aumentano solo gli stipendi dei manager"

Per la Cgil va data una risposta al fatto che "in questi anni sono progressivamente diminuite le retribuzioni dei lavoratori e si è alzato il valore delle retribuzioni degli alti manager": per Susanna Camusso bisogna "ricostruire una forbice più ragionevole partendo da un innalzamento dal basso".

Moretti non fa passi indietro: le notizie del 22 marzo

Mauro Moretti non fa neanche mezzo passo indietro, nella polemica sul taglio degli stipendi dei manager pubblici proposto dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Intervistato da Antonella Baccaro per il numero del Corriere della sera oggi in edicola, l'amministratore delegato delle Ferrovie rilancia: "Cosa devo smentire? - si chiede polemicamente - Io guadagno meno di Santoro".

E la sua non è una polemica verso il famoso conduttore tv, ma verso la politica e il governo che sottovalutano, secondo lui, i suoi meriti di manager: "Prendo la metà del mio predecessore che ha lasciato 2 miliardi di perdite, mentre io le Ferrovie le ho riportate in utile: 450 milioni di utile". Per la cronaca il predecessore di Moretti, che non ne fa il nome, era Elio Catania.

Quanto ai profitti c'è chi dice che questo dipende della separazione dell'Alta velocità dal trasporto ordinario finanziato dallo Stato e dalle Regioni.

Niente di più falso, secondo Moretti perché "i contributi dello Stato per il regionale e il trasporto universale sono i più bassi d'Europa".

Ora si attende, tra le altre, la replica di Michele Santoro, al quale sembrerà strano di essere stato chiamato in causa dal capo di Ferrovie.

Il no pronunciato a Bologna: le notizie del 21 marzo

L’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Mauro Moretti critica l’intenzione del governo di tagliare gli stipendi dei manager pubblici e minaccia di andarsene all’estero. E su Twitter la notizia viene accolta con favore e ironia.
"Una cosa è stare sul mercato, una cosa è una scelta politica. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via. Questo lo deve mettere in conto", così Moretti ha risposto a un cronista che gli chiedeva della misura allo studio del governo Renzi.

“Guadagno solo 840.000 euro l’anno”

"Per il momento credo vogliano tagliare gli stipendi dei super-manager dello Stato io prendo 850mila euro l'anno e il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezza tanto. Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire, non dico alla tedesca e nemmeno all'italiana, un minimo per poter far sì che i manager bravi rimangano ad operare là dove ci sono imprese complicate e dove c'è del rischio ogni giorno da dover prendere", ha proseguito Moretti.

“I manager devono guadagnare più dei politici”

"In una impresa privata che fattura neanche un miliardo troverete che gli stipendi sono quattro volte quelli che vi ho detto. Ci sono forse dei casi da dover rivedere, ma la logica secondo cui uno che gestisce un'impresa che fattura quanto vi ho detto deve stare al di sotto del presidente della Repubblica è una cosa sbagliata. In Usa, in Germania, in Francia e in Italia il presidente della Repubblica prende molto meno di quanto prendono i manager di impresa: ci sono dinamiche diverse perché una cosa è stare sul mercato un'altra cosa è fare una scelta politica. Chi va a fare il ministro sa che deve rinunciare agli stipendi perché va a fare un'operazione politica, questa è una sua scelta personale. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto", ha ribadito.

Un coro unanime su Twitter: “Ma ciao”

La presa di posizione di Moretti, naturalmente, è subito diventata un argomento di discussione su Twitter. Il cui popolo ha accolto con favore – e ironia – la minaccia dell’ad di Fs di abbandonare l’Italia.

“Fosse vero, purtroppo solo chiacchiere”, scrive nonstop9981. “Non mi sembra una gran perdita”, ribadisce Gabriele Gattiglia. “Ammesso che ti prendano”, aggiunge hagakure. “Sto pregando”, twitta Quello. “E vattin”, suggerisce Pinuccio a Moretti. “Ma magari”, si augura Biagio Simonetta.

Breaking Friend invece se la prende col super stipendio dell’ad di Fs: “850.000 euro all’anno e si lamenta pure”. Gabriele Moroni, infine si limita a salutare Moretti: “Ciao”. 
Fonte: www.ilsalvagente.it