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Raddoppio Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo il timore è che diventi un'opera incompiuta

Raddoppio Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo il timore è che diventi un'opera incompiuta

Lungo la direttrice Palermo-Messina, il rischio è che diventi una colossale incompiuta, una delle tante che circondano il panorama palermitano. Stiamo parlando del raddoppio ferroviario "Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo", lungo la direttrice Palermo-Messina. Circa 20 km di nuovi binari a cui si lavora dal lontano 2005 e, nonostante 9 anni di scavi, si è giunti appena al "giro di boa". I lavori, infatti, come spiega il segretario provinciale della Fillea Cgil, Giuseppe Guarcello, «sono fermi al 52%.

E negli ultimi 2 anni sono stati eseguiti appena il 2% di lavori. Con questo ritmo l'opera non sarà finita mai».

Non a caso, i sindacati degli edili (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) hanno scritto l'altro ieri una lettera al Prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, affinché convochi al più presto un tavolo di confronto fra il general contractor (la "Cefalù 20 Scarl") e Rete Ferroviaria Italiana. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) è iniziato ufficialmente - prosegue il delegato della Fillea - lo stato di agitazione nei cantieri della Cefalù 20.

Nei prossimi giorni metteremo in atto delle azioni di protesta. Ancora non sappiamo se a Palermo o nei pressi dei cantieri aperti a Cefalù. Attendiamo una convocazione in prefettura».
Partiti in più di 200, adesso alla Cefalù 20 sono rimasti solo in 80, fra operai e impiegati. Ben 120 licenziamenti e nessuna prospettiva rosea per il futuro.

A mettere a rischio il completamento dell'opera (fissato per fine 2015) sono soprattutto 2 contenziosi.

Il primo, che va avanti da circa un anno, è tra il contraente generale e la ex Italtunnel, ora fallita. Quest'ultima era stata incaricata di eseguire gli scavi nel sub-lotto della galleria Poggio S. Maria.

La ditta, che nel frattempo è fallita, ha chiesto alla Cefalù 20 circa 9 milioni di euro per i lavori svolti nel tratto di propria competenza, mentre la Cefalù 20 al massimo ne vuole dare 3.

Ecco che da un anno i lavori sono fermi e in attesa di un riaffidamento del subappalto. Nel frattempo, i 70 lavoratori della ex Italtunnel sono stati tutti messi in cassa integrazione, che scadrà il prossimo 9 febbraio. Sono già partite le prime lettere di licenziamento e gli operai non potranno godere degli ammortizzatori sociali.

Il secondo contenzioso, invece, è tra la Cefalù 20 ed Rfi, e riguarda riserve sui lavori già svolti. In pratica la ditta sostiene di avanzare da Rfi circa 20 milioni di euro senza i quali non riesce ad andare avanti; mentre da Rfi rispondono di aver «regolarmente eseguito tutti i pagamenti dovuti al Contraente Generale, in ragione dello stato di avanzamento delle opere, compresi quelli della Galleria Monte Poggio Maria».

Sul riaffidamento di quest'ultimo subappalto, poi le Ferrovie precisano che «malgrado i nostri numerosi e formali solleciti operati, non ci è stata ancora presentata alcuna ditta per il necessario parere di gradimento. Infine, relativamente alla presunta "latitanza" di Rfi circa la possibilità di assunzione dei lavoratori licenziati da parte della ditta subentrante (onere che compete esclusivamente alla Cefalù 20), vale la pena ricordare le numerose denunce sui ritardi procedurali presentate dalla stessa Committenza che esprime piena solidarietà ai lavoratori coinvolti nella vicenda». Insomma, il problema è complesso e oggi stesso l'ingegnere Filippo Palazzo di Rfi avrà una riunione con la Cefalù 20.

Duro il commento del presidente di Rfi, Dario Lo Bosco: «In questo appalto - ha ammesso - ci sono problemi da diverso tempo. Abbiamo cercato di risolverli, ma se continua così dovremmo procedere sicuramente in modo forte. Non accetteremo alcuna deroga: i cronoprogrammi - ha tuonato - vanno rispettati. Se è il caso saremo pronti a intervenire per farli rispettare. Ne vale sia il mantenimento dei livelli occupazionali, ma soprattutto per il completamento dell'opera».

Frattanto, lungo la stessa direttrice ferroviaria, occorre ricordare che i lavori del lotto successivo (Cefalù-Castelbuono), consegnati l'anno scorso alla "Toto", non sono ancora partiti. «La ditta - dicono da Rfi - sta per consegnarci il progetto esecutivo che ha richiesto un gran numero di modiche e carotaggi. Entro un paio di mesi tutto dovrebbe esser pronto». Nel frattempo l'odissea va avanti…

Davide Guarcello - La Sicilia - Giovedì 30 Gennaio 2014 Palermo Pagina 26