Palermo. Sembra timidamente muoversi qualcosa sulla questione del contratto di servizio con Trenitalia. Ieri il Dirigente del Dipartimento regionale Infrastrutture, Giovanni Arnone, ha ricevuto i rappresentanti degli oltre 45mila pendolari siciliani. Il tavolo «interlocutorio» si è trasformato in un'occasione per fare il punto sulle problematiche del trasporto ferroviario che attanagliano la Sicilia.
Su tutte, la questione della mancata firma del contratto di servizio. «Quale coordinatore dei pendolari siciliani - ha spiegato Giosuè Malaponti - ho il dovere di rappresentare l'importanza strategica del trasporto ferroviario. Il Contratto di servizio che la Regione non ha ancora sottoscritto deve porre le basi per un servizio degno dell'Isola». A quanto pare, secondo Malaponti, «ci sarebbe già un accordo firmato col ministero dei Trasporti. Mancherebbe solo il parere del ministero dell'Economia per il trasferimento dei fondi alla Regione». La quota si aggirerebbe intorno ai 100 milioni di euro, anche se ne occorrerebbero circa 120.
I comitati dei pendolari hanno chiesto poi «perché la Regione non ha portato avanti il progetto per velocizzare il tracciato esistente della Catania-Palermo, che portava i tempi di percorrenza al di sotto delle 2 ore e 40 in un anno e mezzo di lavori, visto il Contratto di programma di 30 milioni di euro affidato a Rfi nel 2010». Un'altra notizia ha suscitato scalpore. Come ha rivelato ieri Malaponti, secondo l'Associazione Ferrovie Siciliane guidata da Giovanni Russo, «ben 4 treni Etr 450 (convogli 6, 7, 9, 13), cioè i classici pendolini di rango "C" (che arrivano fino a 180 km/h) ancora funzionanti, sono da tempo fermi e parcheggiati presso la Stazione centrale di Reggio Calabria. Uno spreco assoluto. Chiediamo perciò a Trenitalia - hanno concluso - di trasferirli in Sicilia lungo la dorsale ionica e tirrenica, per ottenere a costo zero treni molto più confortevoli e veloci di quelli attuali».
Davide Guarcello - La Sicilia - Mercoledì 06 Novembre 2013 - I FATTI Pagina 8