Mentre si va verso la gestione ferroviaria da parte della Regione, resta un forte gap nelle rete infrastutturale. Si diminuirà il numero delle fermate intermedie e si metteranno sui binari nuovi treni
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PALERMO - È dello scorso 27 agosto l'annuncio della prossima attivazione dei collegamenti ferroviari ad alta velocità fra Torino e Salerno che cominceranno ad essere operativi a partire dal nuovo piano orario in vigore dal prossimo 12 dicembre.A darne la notizia è stato Mauro Moretti, dal 2006 amministratore delegato di Ferrovie dello Stato S.p.A., durante il meeting di Rimini di questi giorni, all'interno del quale ne ha anche esaltato l'efficienza rispetto alla media europea, descrivendo un utilizzo dei fondi più oculato capace di servire il 65% della popolazione con investimenti più bassi di quelli avuti dai nostri vicini spagnoli, francesi e, non ultimi, inglesi recentemente impegnati in una costosa tratta tra Londra ed Edimburgo.Con tale elogio dei servizi ferroviari italiani non sono però d'accordo i membri del comitato pendolari siciliani che, in un comunicato del I settembre a firma del Coordinatore Giosuè Malaponti denunciano piuttosto la situazione di arretratezza infrastrutturale in cui versa già la Sicilia e che rischia di aggravarsi ulteriormente considerando la scarsa sensibilità e la freddezza con cui la classe politica locale ha accolto tale aumento del gap di collegamento tra Nord e Sud."La politica dovrebbe lavorare per il benessere della comunità - dice Malaponti - ma in realtà a spingere le azioni di policy sono piuttosto i ritorni elettorali. Evidentemente l'investimento in tema di trasporti non garantisce quote di consenso tali da spingere i nostri rappresentanti ad agire ribellandosi a questa situazione di diversità inaccettabile. Non bisogna poi dimenticare che probabilmente entro il prossimo anno l'assessorato regionale ai trasporti passerà a quello delle infrastrutture e quindi è logico pensare che la volontà di azione sia fortemente limitata dallo scarso riscontro in termini squisitamente elettorali".Intanto è di pochi giorni fa un'intervista all'assessore Nino Strano in cui lo stesso, parlando dei sistema di trasporti isolano, definiva assolutamente conclusa la questione della gestione ferroviaria siciliana per la quale è attesa la firma della convenzione fra assessorato, ministero - nella persona di Mauro Moretti - e Ferrovie di Stato S.p.A. in virtù della quale sarà la stessa Regione Sicilia a gestire i servizi ferroviari regionali ricevendo ogni anno un somma di 120 milioni di euro, cui se ne sommeranno altri 10 provenienti dalla Casse regionali.La promessa dell'assessore di ridurre i tempi di alcune tratte - prima fra tutte la Palermo-Catania - diminuendo il numero di fermate intermedie, trova immediato commento in Malaponti che lamenta una penalizzazione dei fruitori della zona di Enna e Catenanuova che vedranno venir meno buona parte dei collegamenti. "Il monitoraggio è comunque la sola attività capace di dare una risposta alla bontà di tale strategia a patto che, qualora tale azione non si dimostri positiva nell'immediato, venga ristabilito lo status quo" ha aggiunto il coordinatore del comitato, lamentando poi l'assenza, nel contratto di servizio che la Regione sta per sottoscrivere con Trenitalia, di chiare sanzioni in caso di malfunzionamento o inefficienza. I pendolari. La protesta degli utenti per qualità ed efficienza "Abbiamo chiesto - dice Malaponti - un contratto che sia realmente vicino all'utenza; qualora ci si rendesse conto che il treno diventi solo ed esclusivamente un mezzo "politico" di propaganda siamo pronti a mettere in pratica forti azioni di protesta, non ultimo l'incatenarci alle maggiori stazioni regionali, per far valere i diritti del cittadino ad un servizio di qualità". Qualità non soltanto nella velocità e nei tempi, ma anche nei mezzi; i cosiddetti "minuetto", che Strano spiega essere rimasti fermi nei depositi ferroviari, "sono parte di una ben più nutrita flotta di mezzi dedicata al trasporto locale - dice invece Malaponti - costituita da circa 4800 carrozze da cui i minuetto, programmati in circa 200 esemplari, sono stati dismessi a causa di problemi tecnici: sebbene garantiti per percorrenze di circa 300.000 km, infatti, hanno mostrato difetti tali da renderli inutilizzabili per lunghe distanze. Al momento ne vengono utilizzati alcuni soltanto per brevi tratte nel palermitano o in sostituzione del treno metropolitano in città". È previsto anche un bando di gara, in questo mese di settembre, per lo stanziamento di due milioni di euro per l'acquisto di nuovi treni: "la speranza, aggiungono dal comitato, è che la nostra isola possa usufruire dei mezzi nuovi e non si ritrovi come in passato, a ricevere le carrozze già usate da altre regioni". Articolo pubblicato il 08 settembre 2009 su Quotidiano di Sicilia