I Pendolari Siciliani sul Contratto di Servizio... questo illustre sconosciuto
È pendolare, giocoforza, chi per motivi di lavoro, studio o altro ha deciso di utilizzare il mezzo pubblico “treno” ecologico per eccellenza. Su e giù dai treni ogni giorno della settimana, se ne fa un'esperienza invidiabile. E se all'inizio il pendolare sopportava ritardi, vagoni freddi, guasti a porte di salita e discesa, e quant’altro, da un po’ di tempo invece è subentrata la rabbia ed infine la voglia di denuncia. Così, la maggior parte dei pendolari italiani, si è schierata contro i disservizi delle Ferrovie dello Stato. Nelle cronache di questi ultimi mesi, si nota, la battaglia intrapresa in tutt’Italia dal mondo del pendolarismo, per la maggior parte regolari abbonati che usano il treno quotidianamente per spostamenti dettati da ragioni di studio o di lavoro. Tutti i pendolari delle varie regioni avranno certamente firmato petizioni nelle quali si chiede a Trenitalia e Rfi una "maggior tutela, correttezza ed attenzione nei confronti dei viaggiatori stanchi dei ripetuti ritardi, delle continue soppressioni di treni, di un servizio carente, di un comfort inesistente e di una scarsa o inesistente manutenzione che procura disagi alla gente, per la mancata climatizzazione delle carrozze, oppure perché bisogna viaggiare in piedi, e che in molte occasioni procura danni, per la perdita di coincidenze a causa dei continui ritardi con il conseguente arrivo in ritardo nei luoghi di studio o di lavoro. E’ ora che le Ferrovie riconoscano la possibilità del rimborso qualora il treno ritardi e quando, invece, si tratta di ritardi cronici invitiamo la direzione di Trenitalia a voler monitorare le cause, di fare la voce grossa con Rfi che gestisce il movimento dei treni, e se è il caso di modificare l'orario, in modo tale che i passeggeri siano messi nella condizione di scegliere un'eventuale alternativa.
Una denuncia va fatta nei confronti dei nostri rappresentanti politici regionali e nazionali, di entrambi gli schieramenti, che non hanno sino ad oggi portato avanti una politica efficiente ed efficace in materia di trasporto pubblico e di infrastrutture nelle sedi romane del Parlamento. Da oltre quarant’anni si parla di migliorare le principali infrastrutture viarie e ferroviarie siciliane, ma come ogni anno vengono fatti i vari proclami sulle testate dei quotidiani siciliani dandoci il ben servito su opere che la politica certamente non vuole portare avanti visti i risultati di un Italia a due o più velocità.
Nel panorama ferroviario nazionale la regione Sicilia si trova all’8° posto, dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania, per la lunghezza complessiva dei binari, ed al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, mentre è al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km. a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. (dati rilevati dal sito di Rete Ferroviaria Italiana aggiornato a gennaio 2009).
Desidero fare presente, al Direttore Generale dei Trasporti, avv. Giovanni Lo Bue, che della materia ferroviaria, ormai sappiamo quasi tutto quello che c'è da sapere e che occorre dare e fare una attenta ed adeguata programmazione dei servizi ferroviari nell’ambito di ciascuna provincia. Si rende necessario, tra l’altro, realizzare degli investimenti per il rinnovo del materiale rotabile, allo stato attuale, troppo vetusto. Se l’obiettivo del governo regionale è siglare l'accordo in tempi brevissimi”, così come ha dichiarato il Vicepresidente della Regione siciliana e Assessore ai Trasporti, Avv. Giambattista Bufardeci, l’obiettivo per noi pendolari è quello di essere parte attiva in uno strumento che ci vede allo stesso tempo protagonisti e maggiori fruitori, poiché non avrebbe sicuramente senso la definizione di uno strumento così importante, se lo stesso, verrebbe realizzato solamente da chi deve vendere un servizio e da chi invece lo deve acquistare nell’interesse di tutti i siciliani che da anni lo attendono. Per questi motivi ritengo doveroso ed opportuno che l'offerta di trasporto prevista nel Contratto di Servizio prima della stesura finale e della definitiva approvazione, venga sottoposta ai rappresentanti dei comitati dei pendolari siciliani, per l’apporto che gli stessi potranno dare alla realizzazione di uno strumento che potrebbe essere, per la prima volta, a misura del pendolare e perché no di tutti i siciliani. E' opportuno che il dipartimento trasporti regionale, la direzione territoriale di Trenitalia e i Comitati Pendolari, ognuno per la propria parte di competenza concorrano alla realizzazione dello strumento di trasporto, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di garanzie dei servizi pubblici, e della qualità degli stessi che è regolata da:
Artt. 3 e 16 della Costituzione italiana;
Art. 8 Trattato di Maastricht;
D.P.C.M. 27 gennaio 1994 recante "Principi sull'erogazione dei servizi pubblici";
Art. 2 del decreto-legge 12 maggio 1995, n. 163 convertito in legge 11 luglio 1995, n. 273 recante "Misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e per il miglioramento dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni";
D.P.C.M. 19 maggio 1995 che individua i settori di erogazione dei servizi pubblici per l'emanazione degli schemi generali di riferimento;
D.P.C.M.30 gennaio 1997;
D.P.C.M. 30 dicembre 1998 recante "Schema generale di riferimento per la predisposizione della carta dei servizi pubblici del settore trasporti";
Se da una parte la normativa vigente ci da l'opportunità di intervenire e di partecipare alla realizzazione di un servizio pubblico, qual'è il Contratto di Servizio, dall'altra non si capisce perchè, né la figura preposta alla realizzazione di tale strumento, quella del direttore generale, che sta portando avanti le trattative con Trenitalia, non abbia ancora chiamato al tavolo della concertazione i vari Comitati Pendolari Siciliani; né la figura politica dell'assessore regionale ai trasporti, ha ritenuto opportuno dare voce ai vari comitati, in considerazione del fatto che nelle altre regioni italiane, gli assessori regionali, si sono seduti attorno ad un tavolo ed assieme ai pendolari, hanno pianificato l'offerta di trasporto rendendola quanto più possibile a misura dell'utenza.
Non vorremmo trovarci di fronte ad un nuovo strumento che, anziché migliorare le condizioni di trasporto, renda ancor di più difficile la vita a noi pendolari ed ai Siciliani.
Non è possibile che si spendano soldi pubblici e parliamo di 130 milioni di euro l'anno, senza sentire cosa hanno da proporre i maggiori fruitori, quali i pendolari, del trasporto ferroviario. Non è possibile che in Sicilia i nostri rappresentanti politici cavalchino sempre e solo la politica del fare, e del fare a tutti i costi e non la "Politica del Saper fare".
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI