Desidero intervenire in relazione all’articolo di martedì 31 luglio dal titolo “Nessuno storno di fondi dalla Giampilieri-Fiumefreddo”
I soldi c’erano e ci sono sempre stati, ma nessuno li ha spesi e dal 2010 sono scomparsi da tutti i contratti di programma e quindi lo storno è evidente.
Di raddoppio e spostamento del tracciato ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri, se ne parla ormai da oltre 20 anni, quando i tecnici delle ferrovie presentarono lo studio di massima che nel 1996 diventò progetto definitivo e fu inviato alla Regione, da allora tante parole, pochi o nulla i fatti concreti ad oggi. Per il completamento del raddoppio tra Fiumefreddo e Giampilieri, era stato stimato un costo di 1.200 miliardi delle vecchie lire, di cui 500 miliardi già disponibili fin dal Contratto di Programma 1994-2000. Nella seduta del 27 maggio 2005 il CIPE ha approvato il progetto preliminare. Il costo dell’opera è di 1.970 milioni di euro totalmente finanziato da Contratto di Programma di RFI e dal 2010 scomparso da tutti i Contratti di Programma Quadro. Il completamento del doppio binario tra Fiumefreddo e Giampilieri è necessario in primis per la messa in sicurezza del tracciato esistente e successivamente per liberare i territori rivieraschi da quella cintura ferroviaria che ne ha procrastinato lo sviluppo turistico e commerciale. L’Accordo di Programma Quadro, stipulato il 5 ottobre 2001, tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Siciliana, le Ferrovie dello Stato S.p.A. era finalizzato a realizzare il potenziamento del trasporto ferroviario nella Regione Siciliana, che costituisce un elemento indispensabile per accrescere la competitività del sistema produttivo regionale e per contribuire al riequilibrio territoriale. Lentezze burocratiche, incapacità di trovare un accordo, conflitti di competenza, sono aspetti che hanno caratterizzato la pratica quotidiana del passato che per questo non è certo rivelatrice di risultati positivi, compreso lo storno dei 1.970 milioni di euro già finanziati dal 2005. Non è giusto che ci siano due Italie, quella del Nord dove, anche con i nostri soldi, vengono incentivate e potenziate tutte le tratte per i collegamenti fra le più grandi città, e l’altra quella del Sud dove esiste un solo binario per collegare le province siciliane, e una parte di questo ancora non elettrificato. Non è solo un problema di incentivazione e potenziamento delle linee ferrate ma è anche la condizione in cui migliaia di viaggiatori sono costretti a viaggiare. Occorre essere attenti e vigili alle problematiche ed alle condizioni del trasporto pubblico in Sicilia, specie in quello ferroviario, perché solo così potremmo finalmente far uscire definitivamente la Sicilia da quella gogna di arretratezza che la caratterizza da molti anni per le disattenzioni della sua classe politica.
Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani