La stazione «dimenticata». «Qui il treno non fischia più»
Siracusa tagliata fuori dal Contratto di sviluppo fra Regione e Ferrovie dello Stato.
Si firma oggi a Roma il Contratto istituzionale di sviluppo fra Regione e Ferrovie dello Stato (le quali, ancorché privatizzate, restano comunque "dello Stato"). E' un primo passo avanti per la Sicilia. Dopo anni di stasi. Ma ancora una volta Siracusa rimane tagliata fuori. Gl'interventi previsti dal Cis rimangono limitati al "triangolo magico" Palermo-Messina-Catania. Anzi, per il prossimo 11 marzo sono previsti ulteriori tagli. Stavolta di treni regionali. Anche perché sulle lunghe percorrenze rimane poco da tagliare.
Intanto, la stazione centrale e lo scalo merci Pantanelli stanno morendo. E il silenzio è calato sul deragliamento di un vagone letto in manovra, fra la centrale e lo scalo, il 18 gennaio scorso. Mentre nel Centro-Nord sfrecciano le Frecce rosse e d'argento e gli Italo.
La ferrovia è ormai l'emblema consolidato della vergogna di questa classe politica siciliana. Siracusana in particolare. Una classe politica autoreferenziale, preoccupata soltanto della propria sopravvivenza, del proprio attaccamento alle poltrone dei singoli e nulla più. E inoltre, cosa ancor più grave, tace anche il sindacato.
Qualche "attenuante" potrebbe anche esserci per il sindacato. Magari il sindacato è impegnato in problemi ancor più gravi di quello della ferrovia: i posti di lavoro che diminuiscono sempre più, per esempio. Non ci sono invece attenuanti di sorta per la politica. Per quella regionale e territoriale innanzi tutto. Da parte di questa politica, finita la propaganda elettorale, è silenzio su tutto il fronte. Silenzio dal presidente della commissione regionale per le Attività produttive dell'Assemblea regionale, Bruno Marziano. Il quale anzi considera la questione ferroviaria "una battaglia persa" per Siracusa. Silenzio dal deputato regionale Enzo Vinciullo. Silenzio dal grillino new entry di Siracusa, Stefano Zito. Silenzio da tutti.
Intanto Trenitalia taglia. Non sono mancati i reclami dei passeggeri per il deragliamento del 18 gennaio. Anche perché quel vagone letto, rimasto danneggiato dal deragliamento, non è stato sostituito. E quel treno per Roma è partito senza vagone letto. Alla faccia dei passeggeri che per il vagone letto avevano prenotato e pagato.
Dopo il primo reclamo c'è stato pure il sollecito per una risposta. Ma la risposta non è arrivata. E non arriva. Arriva invece la notizia dei nuovi tagli previsti dal! l'11 marzo con il nuovo orario estivo. «ll treno è sempre stato veicolo di civiltà. Non soltanto di passeggeri e merci - sottolinea Liliana Gissara di Italia nostra -. Il suo progressivo abbandono in Sicilia, in provincia di Siracusa soprattutto, è segno della nostra progressiva perdita di civiltà».
SALVATORE MAIORCA
La Sicilia - Giovedì 28 Febbraio 2013 Siracusa Pagina 30