Ore 18,30 di un martedì lavorativo qualsiasi. Alla stazione di Acireale la vita sembra scorrere molto lentamente.
Appena entrati nella grande sala d'ingresso notiamo due ragazze sedute sulle scale intente a parlare tra loro, probabilmente in attesa dell'arrivo di qualche treno; poco distante un gruppo di operai al termine della loro giornata lavorativa intenti a prendere qualcosa di caldo al bar; sulla banchina antistante i binari un uomo in attesa solitaria.
Quasi tutti gli uffici sono ormai chiusi o comunque vuoti e al buio; sulla vetrata di quello che fino a qualche settimana fa ospitava la storica figura del capostazione (sostituita da un automatismo comandato a distanza dalla centrale) è appiccicato un piccolo cartello che rimanda ad un recapito telefonico per ottenere non meglio precisate informazioni.
Anche nel grande piazzale esterno, scarsamente illuminato, il movimento è molto limitato. Non ci sono taxi in attesa, non ci sono bus in sosta, soltanto le auto dei pendolari parcheggiate in maniera ordinata.
Se non è abbandono questo, poco ci manca. Un quadro davvero desolante che contrasta con quello di una decina di anni fa e che sembra rispecchiare in pieno quanto denunciato dal consigliere comunale Camillo Baldi, pronto a presentare in via ufficiale stamane una specifica interrogazione sulla questione stazione.
«Non è la prima volta che io ed altri miei colleghi ci occupiamo della stazione ferroviaria acese -sottolinea il consigliere anticipando il contenuto del documento-. Quasi un anno fa ricordo tra l'altro un ordine del giorno che vide il consiglio comunale dibattere e trovare infine una sintesi in un documento politico che sollecitava maggiore attenzione per la stessa stazione. Da allora però dobbiamo constatare che è cambiato davvero poco, anzi. Possiamo affermare che la situazione è peggiorata ancora di più».
La stazione ferroviaria acese è stata aperta al traffico nel 1867; la struttura attuale ha preso il posto nel 1989 di quella realizzata a sud della città (un chilometro circa in linea d'aria), poco distante dalle Terme "S. Venera" e dall'annessa villa.
All'interno della struttura è presente in bella mostra anche una antica locomotiva a vapore.
«Questa stazione - aggiunge Baldi - rappresenta insomma un bel biglietto da visita per quanti giungono nella nostra città attraverso la linea ferrata. Ciò nonostante negli ultimi anni abbiamo assistito ad una manovra scientifica che ha pian piano relegato la stazione a struttura secondaria. Prima lo scippo a livello locale del settore cargo, quindi la chiusura dell'ufficio informazioni e della biglietteria per giungere infine alla soppressione del capostazione».
Da qui la presa di posizione del consigliere che, consapevole che il ridimensionamento avviato dalle Ferrovie ha interessato anche tanti altri centri, ha comunque deciso di sollecitare l'Amministrazione Garozzo ad interloquire con Ferrovie dello Stato in modo da ridare alla struttura il valore e il prestigio che merita.
«E' chiaro che Acireale non può permettersi una disattenzione su questo argomento visto che è anche una città a grande vocazione turistica -conclude il consigliere -. Vogliamo pertanto aprire un ragionamento complessivo sui trasporti pubblici: non soltanto ferrovia quindi ma anche taxi e mezzi pubblici. E un rilancio promozionale del territorio, con i suoi beni culturali e il suo turismo, non può prescindere dalla presenza di una stazione ferroviaria degna di questo nome».
In attesa di ricevere il documento ufficiale il vice sindaco Mario Pavone, che detiene tra le altre la delega ai Trasporti, replica al consigliere e spiega in una nota: «Si tratta di un problema generalizzato che non attiene esclusivamente la stazione ferroviaria di Acireale, anzi. Una decisione complessiva delle Ferrovie che attiene alle loro esigenze organizzative. Quindi, noi possiamo nuovamente sollecitare le Ferrovie alla rimodulazione del piano nel tentativo di trovare una sintesi tra le diverse posizioni, anche alla luce della fermata veloce che questa Amministrazione vorrebbe istituzionalizzare nel centro della città».
Antonio Carreca
La Sicilia - Mercoledì 30 Gennaio 2013 Catania (Provincia) Pagina 38